Giochiamo un po’ con questa bellissima lingua che è il nostro italiano. Visto che siamo ancora nella settimana di carnevale, smorziamo le tensioni e godiamoci i colori.
Vi siete mai chiesti cosa significa la frase: mettiamoci una pietra sopra? Direi che è anche molto facile intuirlo, ma potrebbe sfuggire.
Quando mi dicono: mettiamoci una pietra sopra, io tendo ad adottare un comportamento in cui mi lascio alle spalle un determinato evento spiacevole in quanto, tale evento, potrebbe causare ulteriori conflitti tra le persone in gioco. Oppure, inasprire ed esasperare dinamiche già abbastanza logorate e contrite. Non dico che serva necessariamente a riappacificarsi, ma quantomeno a mettere un punto definitivo alle discussioni tossiche. Quindi il riferimento al detto: mettiamoci una pietra sopra pare rimandi alle pietre tombali dei defunti nella tradizione ebraica.
Un altro richiamo carino alle pietre, è il detto “scagliare la prima pietra”. Frase usata per indicare la persona che dà inizio ad un’azione per essere poi seguita da altri, ma chi è senza peccato?
Passando al giornalismo, spesso si legge “convitato di pietra”. Espressione usata per descrivere una presenza invisibile ed inquietante, di cui tutti sono a conoscenza ma nessuno nomina per paura, o una situazione spiacevole da affrontare. Questa espressione ha un’ origine curiosa, citata per la prima volta nell’opera teatrale ” L’ingannatore di Siviglia ed il convitato di pietra”. Nella sua trama il convitato di pietra è una statua, fatta quindi di pietra, che si presenta ad un appuntamento con il protagonista a seguito di un suo invito.
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Adesso che gioco facciamo? alleniamo il pensiero, uniamo i puntini, uniamo i modi di dire e facciamo una bella storiella!!
C’era una volta un convitato di pietra, che, volente o nolente, consapevole o no, era una presenza ingombrante e mal voluta, ma non necessariamente dipendeva da lui questa sua spiacevole condizione. Fatto sta però, che è così che veniva percepito dai commensali. Preso atto di questo, invitato ad un pranzo non proprio atteso e gioviale, cercava di risollevare la propria immagine.
Lo immaginate poverino, lì, che diceva:
“ma che mi avete invitato a fare alla vostra tavola se poi la mia presenza vi indispone? Se qualsiasi cosa io dica è solo da mettere alla gogna? Sapete che vi dico ragazzi miei? Io avrò le mie colpe, come ogni essere umano del mondo, ma riconoscerle non è da tutti, adesso vi invito io a fare una bella cosa. chi tra di voi è senza peccato, scagli la prima pietra. E se la scagliate, sappiate che poi ad ogni azione corrisponde una reazione, a catena. Siete tutti pronti a pagare le conseguenze delle scelte prese? io a fronte delle mie “colpe” mi becco le conseguenze, adesso se volete scagliare, beccatevi le vostre.
Ci fu un attimo di silenzio, fino a che il padrone di casa intervenne:
“Ma no, dai, perché farci ancora male. Stappiamo una bella bottiglia di vino….beviamoci su, e mettiamoci una pietra sopra.”
Il vino si bevve, convenevoli e tanti cari auguri furono assolti.
Morale della storia:
Tutti continuano a starsi reciprocamente sulle scatole ma, preso il caffè, ognuno a casa sua.
E che sia così però, che poi, il convitato di pietra si stanca di essere di pietra, e dagli ipocriti convenevoli, passa ai concreti vaffanculo, perché non è giusto spezzarsi per mantenere integri gli altri. Ognuno pensi ai risolversi i propri spiacevoli eventi.
E con il francesismo, chiudo la breve storia del convitato di pietra che ha deciso di tombare gli inviti a pranzo.