Ho una formazione prettamente tecnica e scientifica. La mia testa ha questa forma mentis molto logica e quadrata: azione-reazione, scelta-conseguenze, obiettivi-azioni, ecc. Da ragazza pensavo: che palle la filosofia, tutte quelle chiacchiere, ma come si fa a studiare una cosa del genere?
Oggi, da adulta e da insegnate penso: in ogni scuola, anche quella più tecnica, andrebbe insegnata la filosofia, quantomeno per instillare nei giovani adulti il concetto della logica filosofica per aiutarli nello studio e nell’analisi dei principi e delle strutture del ragionamento e del pensiero, per liberarli dalle gabbie e dalle sovrastrutture in cui sono cresciuti e che li rendono davvero polo resilienti, duttili e poliedrici. Solo così li responsabilizziamo nei confronti dell’analisi della validità e della coerenza degli argomenti. La logica filosofica si basa sull’idea che il pensiero umano è strutturato secondo determinate regole logiche che consentono di ottenere conclusioni valide da determinate premesse. Queste regole logiche vengono utilizzate per valutare la VERITA’ o la FALSITA’ degli argomenti e per determinare la validità delle interferenze. Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi il pensiero critico, dandogli gli strumenti necessari per mettere sempre in dubbio quello che gli viene propinato come un assioma inviolabile ed indiscutibile.
Durante una lezione con la classe decimata dal Carnevale, che qui da noi è molto sentito, mi sono trovata a fare la classica “conversazione con la classe” spalla a spalla con un collega di sostegno laureato in filosofia, che ha tirato fuori tale Karl Popper. Già il nome mi è simpatico! Ma l’argomento trattato da lui mi ha incuriosita e sono andata a ravanare come al mio solito per capirci qualcosa di più. E viene fuori che Popper è il principale esponente nell’ambito epistemologico moderno, secondo cui, alla scienza, vista come unico criterio per verificare la validità di una conoscenza, si possono affiancare altre forme di sapere filosofico, estetico e morale, ognuna con una propria validità ed autonomia. Per il nostro Karl la scienza procede per congetture e confutazioni senza giungere mai ad una verità completa ed assoluta, ma solo ad un sapere temporaneo in continua evoluzione. Tutto va sempre ricondotto ad un problema, dal quale poi scaturiranno le ipotesi da verificare. E fin qui, nulla di che. Cosa più interessante mi è parsa il concetto di VERIFICAZIONISMO E FALSIFICAZIONISMO, provo a spiegarlo, sperando di averlo capito anche io!
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Popper dice che è utopico sostenere che una teoria sia scientifica nella misura in cui può essere verificata, in quanto una conoscenza non può essere definita certa se si prendono in considerazione una moltitudine di dati e casi considerabili di numero infinito. Dice quindi che una teoria è scientifica nella misura in cui viene smentita. Più sono i falsificatori possibili di una teoria, più questa è scientifica e solida.
Ne consegue che con molteplici conferme non si può giungere alla verità, mentre basta un solo fattore negativo per confutarla. Ovviamente dopo essere stata smentita dal punto di vista logico, è necessario seguire con quello concreto e metodologico e quindi un’idea una volta trovata deve comunque essere provata; qui interviene il criterio di falsificazione che afferma che una teoria è scientifica nella misura in cui può essere smentita.
Non so a voi, ma a me queste pensiero ha dato molti spunti di riflessione. Vi lascio al vostro pensiero critico.
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