Che confusione, sarà perché Ti Amo: il caso di una donna in lista di attesa

Che crudeltà amare l’uomo di un’altra donna, è tra le esperienze più intense, passionali ed appassionanti, dolorose e strazianti che ci siano.
Eppure succede, e per quanto provi ad impedire che accada, al cuore che AMA non si comanda. Scrivo a chi come me ha amato esponenzialmente un uomo a metà. L’uomo di un’altra moglie.

Un amore impossibile ed irraggiungibile che ti rende un “anima in affitto”. Automaticamente diventi “una donna in lista di attesa” nella migliore delle ipotesi. Nel peggiore dei casi la moglie di lui ti chiama dicendoti che quell’uomo è suo, e che tutte le promesse che ti aveva fatto, tutti i suoi “sto arrivando”, i suoi ” io voglio noi” erano solo un prendere tempo per non so più nemmeno cosa, o meglio lo so: “sta cercando di lasciarti andare piano piano per non farti soffrire perché gli fai pena, ti sei attaccata a lui come una sanguisuga di energia”.

E allora ti vengono vomitate addosso cose tipo: “eri solo la sua preferita tra tutte, ma lui deve stare qui e vuole stare qui”, “devi lasciarlo in pace perché sono mesi che gli dai il tormento, sei solo un tarlo per lui, un tarlo che non lo abbandona perché lui vuole la sua famiglia e non te”.

E tu, che credendo alle sue promesse, gli dicevi: TI ASPETTERO’ e lo avresti fatto davvero, perché nulla sarebbe potuto essere più bello di quello che avevate.

Ma poi scopri che lui in realtà implorava perdono alla moglie, la cercava e desiderava, la corteggiava per riprenderla, cercava di guadagnare la sua fiducia raccontando a lei tutto quello che di intimo avevate condiviso. Il tuo diario, le tue storie passate, i tuoi segreti. E tu che stupida innamorata le rispondi: stai mentendo, non è possibile. Allora lei ti elenca al dettaglio ogni cosa, con un inclinazione di disgusto e disprezzo, un inclinazione che solo lui può aver dato a quei racconti per dipingere un mostro su un quadro nato per essere solo una donna, un mostro fatto di vernice nera su una tela di colori.

Vivi per un tempo infinito come con il cielo in una stanza, per poi accorgerti che non solo non c’è il cielo, ma non c’è neanche la stanza e ti senti morire dentro. Ti vengono svelate bugie e menzogne. E tu, con le gambe spezzate dal dolore e gli occhi accecati dalle lacrime, chiedi scusa a quella moglie. Perché lei è una donna come te, che ama e che come te credeva di essere speciale, di meritare una seconda possibilità, perché 20 anni insieme non si buttano, perché fare dei figli e crescerli non è un gioco. Ti chiede sincerità da donna e madre, e tu con il tuo cuore in frantumi sai quanto bisogno di verità ci sia. Ti rassegni a perdere l’amore che forse non avevi mai avuto e le dimostri che il tarlo che lei pensava tu fossi, in realtà era solo in attesa a fronte di promesse fatte dallo stesso uomo che a lei prometteva di rimettere insieme i cocci, a cui chiedeva umilmente perdono.
E te ne vai con in mano un pugno di ricordi ed un silos di dolore in cui stai affogando.

Eccola la fine della mia storia in poche gocce di dolore. Una fine che implica un nuovo inizio difficile, da sola, con il cuore da rimettere in senso, le macerie da sgomberare e la ricostruzione da progettare. Rabbia, frustrazione ed umiliazione che rendono difficile anche alzare un piccolo sasso tra tutte quelle macerie. Combattere ogni giorno con la mancanza viscerale di un uomo che non ti vuole e che non ha avuto neanche il coraggio di dirtelo in faccia che non ti vuole. La mancanza di tutta quella meraviglia che ti aveva fatto vivere. E tra tutte le bugie non sai più quale sia la verità, di chi sia la verità. E pensi: lo faccio per una donna che ha da perdere molto più di me, lo faccio per dei bambini il cui padre ha promesso di amare la mamma. Lo faccio per loro e mi metto da parte, se lui non ha avuto le palle di dirmelo, lo faccio io.

Ma poi che succede quando lui si rifà vivo? Quando tu eri strasicura che non lo avrebbe mai più fatto? In fondo, se vuole davvero sua moglie sarà felice che la scelta di chiudere sia venuta finalmente da quel tarlo di cui non riusciva a liberarsi. Per di più, sapendo che il tarlo e sua moglie si parlano, sarebbe da pazzi, cercare un nuovo contatto.

Allora ditemi, che succede in questo caso? Che si fa?
Io so quello che NON farò mai e sono esattamente DUE cose:
1. tradire la promessa fatta ad una moglie ed una madre che vuole salvare una famiglia;
2. insinuarmi di nuovo in un equilibrio che non è più mio, per cui, qualsiasi cosa vedrò, leggerò, sentirò, morirà tra le mie macerie.

Ma il mio cuore innamorato non può non pensare: se fosse tutta una farsa?
A quel punto mi aspetto chiarezza. Mi aspetto verità. una verità detta a quattr’occhi e con la voce che non passa per un maledetto telefono.
Mi ripeto: se torni è per restare. ma per tornare ci vogliono le palle, ci vuole verità.

Care anime in affitto, voi ce l’avete la vostra lista di cose da NON fare?



Lascia un commento